martedì 5 giugno 2012

Dante, il suo Alessandro e quel passaggio di borraccia sul Barbotto. "Un piccolo gesto che arricchisce il senso della nostra vita insieme"...

L'affettuoso rapporto tra padre e figlio può essere rappresentato anche da un solo gesto: il passaggio di una borraccia sulla cima del Barbotto. Lo splendido quasi settantenne Dante Orlandi ha voluto raccontarci le sue emozioni al passaggio del gruppo e del suo Alessandro sul colle più duro e famoso della Nove Colli. 

"Sono fermo quassù, a pochi metri dalla cima del Barbotto con in mano un panino ed una borraccia in attesa di vederlo spuntare dall’ultima curva giù in basso.
I primi sono appena passati e secondo la tabella di marcia fra poco dovrebbe arrivare.
Comincio a sentire la tensione perché quel panino e quelle borraccia li debbo consegnare al volo a mio figlio.
Mentre aspetto dietro le transenne qualcuno si ferma proprio qui davanti, un altro mi copre la visuale ed io li stramaledico, perché è questione di pochi secondi individuarlo in mezzo al gruppo passargli la borraccia e via!
Lo riconosco in questo istante, anche se sembrano tutti uguali so che è lui e si sta spostando verso il mio braccio teso verso la strada.
Un attimo e le mani si avvicinano come in una staffetta ideale.
E’ andata, ora mi posso rilassare e seguire i miei pensieri mentre i concorrenti continuano a sfilarmi davanti.
Immagino il serpentone multicolore che corre giù verso il mare lontano e col pensiero scendo a precipizio lungo i tornanti, disegno mentalmente curve conosciute, c’è mio figlio là davanti e vorrei dirlo a tutti.
Nascondo a me stesso questa fantasia come una patetica debolezza, ma c’è una parte di me che sta pedalando verso la pianura mentre la mia mente, inconscia regista, segue quel gruppo lanciato ormai verso l’ ultimo cavalcavia, e immagino uno scatto rabbioso, un allungo e poi cambi precisi a guadagnare terreno, le ultime rotonde, la volata sul lungomare e finalmente il traguardo a mani alzate insieme a quei compagni che hanno condiviso fatica e sfida.
Sono sudato come alla fine di una lunga corsa mentre i ciclisti continuano a succedersi a gruppi lungo la salita.
Li applaudo quasi a ringraziarli per essere inconsci attori in questa mia personale rappresentazione.
Quest’anno la Nove Colli 2012 mi ha regalato qualcosa di più del meraviglioso spettacolo di migliaia di persone in competizione con se stesse lungo le nostre strade.
Attraverso quel breve contatto, quella borraccia passata da mano a mano, da padre a figlio, lassù in cima al Barbotto, ho provato l’intima emozione e la consapevolezza di come a volte un piccolo gesto possa arricchire il senso della nostra vita".
 Alessandro risponde:
"Questa alchimia traduce quel momento 'nel momento', la mente annebbiata dallo sforzo si schiarisce, lo sguardo punta sicuro quella parte, quel volto..., le centinaia di persone urlanti assiepate dietro le transenne per un attimo scompaiono e si zittiscono, sono orgoglioso di vederti, mi da forza, tranquillità, nella liturgia del passaggio di quella borraccia e di quel panino c'è l'essenza del rapporto Padre/figlio, da quel momento una parte di te mi accompagna protettiva lungo i tornanti, le discese e le salite, giù fino all'arrivo........., sono arrivato..., grazie Babbo!"


beleza

1 commento: